Impulso
di scendere
e
conquistare sgravio
per
gli scalini fino alla rotatoria
rotante.
Come quando
t’accompagnai
a vuotarti
di
birra nel vicolo a cannella.
Io
da dietro il muro
ad
ascoltare con la ghisa
e
le felci che proteggevano da Te.
Tu
rannicchiata, soffio che scorre
per
lo strappo della lampo,
fili
imbrigliati per l’uscita.
A
guardarti, anche in un getto
di
sguardo assonnato
in
quella semi-oscurità densa di fruscii
e
gocciolii luccicanti,
sarei
rimasto castigato
come
il Marsia di Mirone.
*
Il
taglio storto della via non guidava più a Te.
E
proprio nell’istante della rinascenza,
quando
la ὕβρις che rasenta
è
alla punta di sipari spalancati.
Seppur
manchi fino a ingrigire,
io
debbo camminare. Non sarà
il
prugnolo, né la traccia nocciola
del
tuo giaccone. Nemmeno
l’inebriante
suono del tuo nome.
La
via, però, cigola d’una bellezza
terribile.
La corrente d’aria spersa
reagisce
al mio passo contro-vento.
Il
tuo luccichio m’attraversa. E tutto
vibra
lento, col tremore
dell’onniveggenza
fulminea.
Di
quando si è provati dal portento.
Two Irish poets
‘Compose in
darkness.
Expect aurora borealis
In the long foray,
But no cascade of light.
Expect aurora borealis
In the long foray,
But no cascade of light.
Keep your eye
clear
As the bleb of the icicle,
As the bleb of the icicle,
Trust the feel of what nubbed treasure
Your hands have known.’
Your hands have known.’
Seamus Heaney
Mi
vennero dinanzi due ombre,
forti
del rinascimento irlandese.
‘I returned to a climb.
The distance was long, all the
way.
In our word-hoard, there was
poverty,
but even death lies and
the void
deceives, like the
bearings
of your history!
And you, compose, exspect,
trust!’
Il più giovane mutò accento,
quasi che fosse tradito da sé:
‘Bog leat, mo chroì!
Tá tú mall.
Chonaic mé Sweeney grian liath
ar an tsráid Anahorish,
aistritheoir atá ionam.
Is tine mé, bláthanna leabhair,
scáthán ar an t-urlár.’[1]
Tá tú mall.
Chonaic mé Sweeney grian liath
ar an tsráid Anahorish,
aistritheoir atá ionam.
Is tine mé, bláthanna leabhair,
scáthán ar an t-urlár.’[1]
Poi,
cogliendo le linee essenziali
della
nostra lingua:
‘Yeats
giunse fra i colli ventosi.
E
presi a seguirlo
con
poesia lenta e improvvisa.
Rimanemmo
chiari fra le mura:
un
dio consentì la nostra
oscillante
uscita.’
[1] «Muoviti, mio cuore! / Sei
in ritardo. / Vidi Sweeney sole grigio sulla strada di Anahorish, / il
traduttore che è in me. / Io sono un fuoco, fiori di libro, / uno specchio sul
pavimento».
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