giovedì 10 novembre 2011

L’Hsdfhdfhdfh


Bene, bene. Ora si sperimenterà la Lingua nel nero oltre la Terra. Si lasciano gli uomini e le loro bazzecole, e s’arriva nella quiete oltre il silenzio. Tanf! Nero, nero e ancora nero.
E questo l’Universo? No. Esso è l’insieme dei corpi celesti. Me, non si sta fra questi ultimi. Me, ci si mantiene nell’Hsdfhdfhdfh – la rappresentazione scremata dello spazio. Francamente parlando, l’unica parola che sale alla mente è ‘cionf’. Di fatti: ci si cionfa nel Hsdfhdfhdfh.
E oltre a ciò?
Poco. Si può solo cionfare nel Hsdfhdfhdfh. Il resto sarebbe un aggiunta, un pleonasmo, una caricatura del cio-che-è assieme al ciò-che-si-fa qui e ora. Si cerca di torcere la Lingua. Ma in essa è assente il nero della quiete: la rappresentazione scremata dello spazio. Si provi un’altra frase.

Ci si screma nel ‘cionf’ del nero
Meglio detto ‘Hsdfhdfhdfh’!!!!!

Bene. Al di là di queste torsioni, di queste acrobazie vi è zero da dire. Zero del firmamento. O più adeguatamente:

Ci si screma nel ‘cionf’ del nero
Meglio detto ‘Hsdfhdfhdfh’!!!!!,
nel punto-tempo ‘zero’.

Poesia di meteorite. Eppure si è fallito. Si è dilungato il discorrere intorno a qualcosa sulla quale non c’è granché da dire. Si è rotta la quiete d’oltre-silenzio. Dove arriva la parola, arriva l’uomo e la mente. E l’uomo, con le sue bazzecole, è arrivato pure qui.

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