La Poesia
Nella via dove non picchia il sole,
e i piani inferiori appiccano luci
al primo albeggiare, un tempo v’era
splendore.
Scrosciavano le visite dei poetanti.
A seguito d’ombre e ippocastani
un pazzo scatarrava fino a spengersi:
‘Non esiste più la Moralità.’
Dall’inferriate di quella strada senza
fiamma.
Ora il palazzo è una tomba. E da vaghe
fessure non passa che la banderuola
d’un lanciere. Su ogni cosa fa buio.
E non c’è più morale! Nemmeno una vestigia
di quanto stenti la poesia,
da quando è morto pure Oliva.
Volponi
Quando un pullman con griglia
e cofano bluastri, mi traghetta
a Roma, varco monti incatenati
nei fondi tra la martora e la folaga.
‘Sei alle porte dell’Appennino,
il marchio tatuato su ogni fiore.
Da lì passerai per mezzo d’un siero
di fata, al governo stentato e antico
alla politica pragmatica dell’Impero.’
Il trabiccolo sbanda. La visione sfuma
sul terrapieno, la strada zigzagante
e spoglia
s’indora di contingenze poetiche.
Poi dice: ‘Impara a guardare la luce.
Dal passo di chi tace si conosce
la veglia.’
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