martedì 10 gennaio 2012

'Se avess'io' di Alda Merini

Se avess’io levità di una fanciulla
invece di codesto, torturato
pesantissimo cuore e conoscessi
la purezza delle acque come fossi
entro raccolta in miti - sacrifici,
spoglierei questa insipida memoria
per immergermi in te, fatto mio uomo.

Io ti debbo i racconti più fruttuosi
della mia terra che non dà mai spiga.
E ti debbo parole come l’ape
deve miele al suo fiore.

Perché t’amo caro, da sempre,
prima dell’inferno prima del paradiso
prima ancora che io fossi buttata nell’argilla
del mio pavido corpo.

Amore mio,
quanto pesante è adducerti il mio carro
che io guido nel giorno dell’arsura
alle tue mille bocche di ristoro!

Anima mia che metti le ali
e sei un bruco possente
ti fa meno male l’oblio
che questo cerchio di velo.
E se diventi farfalla
nessuno pensa più a ciò che è stato
quando strisciavi per terra
e non volevi le ali.

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