lunedì 26 settembre 2011

Da 'La terra desolata' di T. S. Eliot

La sepoltura dei morti[1]

Aprile è il mese più crudele, generando
lillà dalla terra morta, mischiando
memoria e desiderio, eccitando
spente radici con pioggia di primavera.
L'inverno ci tenne caldi, coprendo
la terra di neve smemorata, nutrendo
una piccola vita con tuberi secchi.
L'estate ci sorprese, arrivando sullo Starnbergersee
con un rovescio di pioggia: ci fermammo sotto il colonnato,
e procedemmo nel sole, nel Hofgarten,
e bevemmo caffè e parlammo per un'ora.
bin gar keine Russin, stamm' aus Lituaen, echt deutsch.
E quando eravamo bambini, e si stava dall'arciduca,
mio cugino, lui mi portò fuori su una slitta,
e io ero atterrita. Disse, Marie,
Marie, tieniti stretta. E giù andammo.
Sulle montagne, là ci si sente liberi.
Leggo, gran parte della notte, e vado a sud d'inverno.
[...]



[1] T. S. Eliot, La terra desolata, cur. A. Serpieri, Rizzoli, Milano 2007. 

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