sabato 25 febbraio 2012

Madrigali Politici

Resistenza della poesia

Non credere al mio ‘vero’ poetico:
non rispecchia mai la cosa fatta
non sono un monaco medievale né un templare

il mio hic è sempre un ille che non verrà
vivo nell’assenza e nell’intemperanza
sento nel femmineo liberato e non adusato
                                                        calma polare

in questo credo, la légèreté de la Politique
in questo decisivo che chiamo ‘resistenza’

Sweeney re-redivivus

La mia è una poesia cum objecto. il dub-
bio vien pensando a cos’era la poesia
nulla a che vedere con questa stolta saccenza

eppure, l’oggetto c’è; un po’ vacillante
non sempre presente mezzo dormiente
ma che sa ancora rianimarsi dalla demenza

basta uno Sweeney o un pegno grigio-bianco
                                                        di cristallo
l’oggetto c’è. E credilo sei tu

Scanso degli equivoci

Il mio vessillo è vergine. Non sgarrai l’ad-
dio adolescenziale con lo stile di Guevara
né rasai il cranio per finire sui giornali
                                                 a Timbuctù

tuttora quel che dico è senza idioma e per dove
vada non svolto a destra men che meno a sinistra
ma seguo la sola retta che non è il centro – né giù

né su. E se uso il latino, non per questo il saluto
                                                         sarà romano
se il mio vessillo è vergine è perché imiti la Virgo

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