Resistenza della poesia
Non credere al mio ‘vero’ poetico:
non rispecchia mai la cosa fatta
non sono un monaco medievale né un templare
il mio hic è sempre un ille che non verrà
vivo nell’assenza e nell’intemperanza
sento nel femmineo liberato e non adusato
calma polare
in questo credo, la légèreté de la Politique
in questo decisivo che chiamo ‘resistenza’
Sweeney re-redivivus
La mia è una poesia cum objecto. il dub-
bio vien pensando a cos’era la poesia
nulla a che vedere con questa stolta saccenza
eppure, l’oggetto c’è; un po’ vacillante
non sempre presente mezzo dormiente
ma che sa ancora rianimarsi dalla demenza
basta uno Sweeney o un pegno grigio-bianco
di cristallo
l’oggetto c’è. E credilo sei tu
Scanso degli equivoci
Il mio vessillo è vergine. Non sgarrai l’ad-
dio adolescenziale con lo stile di Guevara
né rasai il cranio per finire sui giornali
a Timbuctù
tuttora quel che dico è senza idioma e per dove
vada non svolto a destra men che meno a sinistra
ma seguo la sola retta che non è il centro – né giù
né su. E se uso il latino, non per questo il saluto
sarà romano
se il mio vessillo è vergine è perché imiti la Virgo
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