Tra i pini già piantati,
anch’io sono vecchio:
sera d'autunno.
(Issa)
I
Novembre è un inganno solenne.
Pendici fiaccate dal vento
figure piatte e ondeggianti
rosseggiano.
Capita che il ricordo s’imbatta
come un vecchio delfino tra reti indurite
nel fiorire incessante di altre stagioni – colori sbocciati
di feroce innocenza, come un soffio sanguigno
vitale per tutte le piazze
i tragitti
le profondità.
Un giorno era Aprile, nessuno lo nega.
Capita – e chi è nato tardi
già arreso alle reti, rimpiange il contrasto
che mai l’ha sfiorato, l’ebbrezza del duello,
lo scontro che tempra uno spirito
su di sé curvo. Il cieco boato
d’un ideale che non spaventa
ma allinea i passi, snoda il gesto
spiana il dubbio.
Foglie secche sorvolano adesso gli scenari del mondo.
II
Foglie soltanto tra gli orizzonti conclusi.
Là dove tra i monti il fragore
si dilegua, tepori di foschia, echi di dèi
spodestati, attoniti, lontani
sciolgono.
Si vorrebbe come d’estate
asciugarsi la fronte
dopo una corsa, ma la fatica è soltanto
il riflesso insensato
di una macera pozza, il frutto di un’azione
inerte.
Molti s’immolano a idoli scempi.
Altri li invocano senza capire
per non sentire Novembre
annunciare la neve.
III
Fiaccate dal vento rosseggiano pendici.
Potremo mai un giorno, come bianchi delfini
che annaspano da sempre, spezzare le reti
e riprendere il viaggio?
Bellissima... ad ogni lettura si scopre una sfumatura che non avevo colto.
RispondiEliminaBella bella! BIANCO DELFINO HAI SPEZZATO LE TUE RETI. Inizia il tuo viaggio.
RispondiEliminaBoch