mercoledì 6 luglio 2011

"Il destino si diverte"

Ho letto il tuo nome inciso
nei pannelli della metro.
M’è passato il tuo volto per la mente,
mentre, guardando oltre il vetro,
prima della fermata, i neon
scorrevano lentamente.
Pensavo a come sarebbe facile incontrarsi
o non incontrarsi
per l’inerzia d’un secondo,
nel tempo della frenata che stride,
per colpa di gente che si frappone
malamente e che divide.

Potresti essere nel treno già partito
o nel mio stesso vagone;
nella direzione opposta, nell’altro
serpentone che affianca muri in disarmo.
Potresti essere a due metri da me,
ma nascosta dalla coltre del dio infero
che ti confonde
con altre anime,
perché ti vuole per sé.
Potrei avere un abbaglio
e seguire una tua imago,
forgiata ad arte per depistarmi,
in modo da svagare divinità annoiate
con una guerra insensata.
Potresti avermi visto senza dir nulla:
e io potrei non averti riconosciuta.
Poiché non si riconosce
ciò che troppo presto si perde.

Forse così il destino si diverte.

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