giovedì 21 luglio 2011

La voce della spiaggia


Le grida del bambino
che gioca sulla battima s’involano
verso il mio orecchio assorto:
dietro muove lenta
tra gli ombrelloni
la voce rauca e mesta di una vecchia;
ma è al suono del vento, all’onda
spumeggiante 
e al suo scroscio
che io porgo ascolto –
mi godo ogni verso.

Sono un tipo infingardo, un po’ fiacco:
non amo lo sforzo,
né gli schiamazzi. Sto all’ombra,
incurante di una pelle di bronzo,
perché dei raggi infuocati del giorno
non sopporto l’affronto;
ma mi piace ascoltare il suono
che nasce tra il bailamme. 

Così anche il Verso nasce
incurante del rumore
che gli è attorno.
Sorge impetuoso in un voilà
in mezzo al caos di parole 
consumate, 
per dar voce a un incessante 
bisogno di musica –
di un palpito di vita,
di un urrà.

1 commento: