Il filologo è un grande scienziato.
Si alza di buon’ora e subito si chiude nel suo laboratorio. Indossa il camice bianco e, armato di microfilms, guanti di lattice, laser, bisturi e garze prende a vivisezionare l’unico frammento superstite di Nonno di Panopoli, in tutte le 1638 copie esistenti. E’ da 49 anni che ci lavora, ma lui sa, sa che prima o poi riuscirà a debellarne le corruttele. E se anche non dovesse portare a termine la missione, ci penseranno i suoi adepti, unica consolazione in una vita di stenti.
Il filologo è un grande scienziato.
E’ sempre al passo coi tempi e si serve solo di strumenti di ultima generazione, nonché degli studi più aggiornati: le Derivationes di Osberno, il De compendiosa doctrina di Nonio, il De morte bovum di Endelechio. Se gli si chiede un parere sulla poetica di Nonno, molto professionalmente risponde: ‘Ci deve essere un equivoco: io sono uno scienziato’.
Il filologo è un grande scienziato.
Il suo percorso di studia humanitatis sfiora quasi l’onniscienza: Tecniche paleografiche della proto-scoliografia pre-bizantina, Biochimica pseudo-organica della pergamena antiochide, Statistica e Calcolo delle probabilità delle forme metriche prototipe, Stratigrafia dell’inchiostro medievale, Teorie antiche e moderne sulla correptio iambica. Le sue ricerche scientifiche coprono tutta la meglio classicità, da Pappo di Alessandria a Pomponio Mela, passando per Giovenco, Marcellino, Modestino, Ignazio Figidulo, Teodette di Faselide, Egesia di Magnesia.
Il filologo è un grande scienziato.
Rigore ed abnegazione sono prerogative del suo mestiere. Se si imbatte in una corruttela in stadio avanzato si auto-flagella per giorni e non mangia né dorme finché non ha scoperto la cura. E se, pur avendo fatto tutto il possibile, non riesce in alcun modo a salvare il verso in questione, non può che constatarne il decesso e porgli accanto due cruces desperationis, cosa indicibilmente frustrante per uno scienziato. E tuttavia la missione deve continuare e così, osservati 3 giorni di lutto, egli si fa coraggio e torna al lavoro per il bene dell’umanità, come tutti gli scienziati.
Il filologo è un grandissimo scienziato.
La notte si corica esausto accanto alla moglie immaginaria. Con sforzo immane dei suoi ultimi neuroni ancora funzionanti le racconta minuziosamente i progressi di quest’oggi: 2.300 codici visionati, 17.547 varianti esaminate, 64.913 studi confrontati, 798.824 corruttele individuate, 1 punto critico risolto. Un altro tassello nel progresso della civiltà umana. A dire il vero non si ricorda più perché sta facendo tutto questo, ma deve essere qualcosa di molto importante visto che ci lavora dalla laurea, dunque ne va proprio fiero. Anche la moglie è molto contenta.
Del resto, se la fortuna gli arriderà, potrà persino vantarsi, un giorno, di averci rimesso la vista.
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