Detesto la superficie
in cui troppo spesso mi blocco.
Ha tentacoli di versiera, di Gorgone,
l’aspetto lusinghevole
di una maliarda sirena –
ti inghiotte nel suo gorgo di fuoco.
Ho sempre il timore di non andare a fondo,
di restare in superficie e perdermi
nelle sue lugubri spire, nel dedalo
della sua scianca monotonia –
la superficie che mi avvolge quando
tace la tua pupilla e la parola
non rivela il suo segreto, non consola.
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