domenica 22 maggio 2011

Levarsi la maschera

«Fermi tutti!», dissi alla calca.
«Fermi tutti. E tu, donna, quando presterai ascolto ai miei richiami? Tu, che cammini senza mai fermarti per lunghe strade e guardi con occhi acerbi il farsi e il disfarsi d’illusioni. Tu, che la speranza è lì per abbandonarti, ma vesti ancora di abiti fruscianti per tirare tardi la sera. Tu, che il mondo avresti dovuto salvare, ma t’ubriachi con amarezza, perché hai ceduto alle finzioni con ricatto e prima degli altri. Cosa farai adesso? Fumerai di grazia. Navigherai nell’ordinario. Attenderai un qualche accenno di divinità disturbate, che t’allontanino dal tuo dio più di quanto già non lo sia. Nondimeno, nulla riuscirai a cavare per sfuggire alla spaventosa solitudine che ti circonda e che ti ha reso così desertica e inospitale. Di rena e scorza è fatto il tuo sentiero, di bestie feroci la tua via. Sei solo un grosso abbaglio, un insulto al buon senso, una menzogna. Coltivi un silenzio da anni – silenzio insensato, passando il tempo a rifiutare con spocchia ciò che ti passa per mano, perché brami di cieca forza il tuo momento di gloria. Ma chi ti concederà quest’onore? E a quale prezzo? Dove andrai allora, se ciò non dovesse accadere? Sei con tutti, ma con nessuno. Sei della razza dei perdenti, benché sia tu sommersa dal consenso e dall’interesse della gente opaca. Sei una istigatrice di violenza, celata da volto baggiano. Avrai ancora molto da struggerti – fino a consumare quel po’ d’isteria e di pulsioni idiosincratiche, quando finalmente capirai che non esiste mondo che regga ai tuoi capricci e al tuo esser così gratuitamente balzana. Sicché, forse, chinerai il capo alla necessità e al pretesto, pur sempre di cattiva lena. Ma sarà troppo tardi».
La calca fu agitata duramente da queste parole.
«Noi qui, che ci diamo convegno in bettole oscure con animo tormentato fino alla morte, che brindiamo di cuore e ci scrutiamo a fondo l’un l’altro, noi con discorsi all’apparenza innocui, vi assicuro, stiamo preparando una rinascita. Alla quale tu, che non hai ascoltato i miei richiami, non farai parte…».
Al che le donne presenti all’incontro, sentendosi chiamate in causa con tanto vigore, cominciarono a chiedere convulsamente:
«Sono forse io?».
«E’ colei che, quando la conobbi, parlò con seduzione».
Allora una donna, ben vestita e dalla voce incantevole, domandò:
«Sono forse io?».
«Tu l’hai detto».

Nessun commento:

Posta un commento