sabato 21 maggio 2011

Martino Heidegger e Paolo Sartre parlano d'ontologia

L’ultima tappa del Paolo Sartre, prima di ammuffire nella biblioteca gestita da Donatien-Alphonse-François, romanziere di quarta categoria, fu la casa del Martino in Selva Nera. I due ontologhi, fatta conoscenza, si dedicarono ad una bella sciata il 5 ottobre del 1989 alle ore 11,10. Dopodichè si godettero il fuoco della baita ‘Sein’, impugnando un sano vin brulè.
«Tuttavia, professor Heidegger, io rimango fedele a La nausée!», disse velocemente il Paolo.
«Ovvio, professor Sartre, ovvio. Voi non siete avanzato d’un passo dalla situazione di Antonio Roquentin», ribatté il Martino.
«Tout court?».
«Tout court». Sopraggiunse un silenzio di tomba fra gli ontologhi. Pareva davvero che due penne così prolifiche non avessero nulla da dirsi a voce e di persona.
«Cos’è rimasto ora dei nostri discorsi, professor Sartre?», domandò il Martino.
«Seguaci che fanno il pelo alle nostre virgole, apostoli che pesano ogni nostro detto come se là dentro ci fosse una qualche liberazione nascosta…».
«Era questo il nostro proposito? Era questo che volevamo?».
«Suppongo di no. Da un lato chiedevamo all’Essere di svelarsi chiaramente, dall’altro lo esigevamo nella mano. Ma ci sono troppe complicazioni e troppe cose che non possono essere complicate…».
«Sicché abbiamo fallito?».
« No. E’ che sarebbe stato meglio se avessimo fatto come Socrate. Nulla di scritto. Con buona pace degli studenti, dei professori, dei traduttori, ai quali avremmo evitato tutte quelle noie».
«E cosa avremmo dovuto fare davanti all’insensatezza del mondo? Almeno abbiamo battuto una qualche via…».
«Certo. Però, professor Heidegger, sapevate bene che il tentativo sarebbe fallito…».
«Lo sapevo, professor Sartre…».
«Che differenza c’è mai tra uno che agisce senza sapere che tutto è inutile e uno che agisce sapendo che tutto è inutile?».
«Alcuna, poiché tutto rimane inutile».
« E allora? Cosa pretendeva? ».
«Avremmo dovuto suicidarci…».
«Pure il che sarebbe stato inutile…».
«Vi confesso una cosa, professor Sartre. Ho lo strenuo sospetto che il cristianesimo stia risorgendo dalle ceneri…».
«Solo un dio potrà salvarci?».
«Non ne sono completamente sicuro. Però avverto da qualche anno una specie di rivolta metafisica. La nostra generazione, il nostro secolo è stato forse superato da un solo assunto…».
«Quale?».
«‘L’esser come Cristo non sarà inutile’».

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