venerdì 17 giugno 2011

La calca

Johnny Scalera disse: «Questa calca non vale niente. Ma, là in mezzo, c’è una donna che giustifica tutta la feccia». Ciò lo pensava in mente sua, senza conoscere il pensiero di chi aveva affianco.
Anch’egli, quello affianco, rimuginava: «Questa ressa è uno sparo a vuoto. Ciò nonostante, là in mezzo, c’è una donna che giustifica tutto il marcio». Ciò lo pensava in mente sua, senza conoscere il pensiero di chi gli stava di fianco.
Anch’ella, quella di fianco, si agitava dentro di sé: «Questa folla è un colpo mancato. Eppure, là in mezzo, c’è un uomo che giustifica tutte le scorie». Ciò lo pensava in mente sua, senza conoscere il pensiero di chi le stava accanto.
Anch’egli, quello accanto, ponderava: «Questo flusso di gente è un tempo sprecato. Là in mezzo, però, c’è una donna che giustifica tutte le offese». Ciò lo teneva in mente sua, senza conoscere il pensiero di chi aveva dalla sua parte.
Anch’ella, quella dalla sua parte, rifletteva: «Questa massa è un luogo perduto. Ma, là in mezzo, c’è un uomo che giustifica tutto lo schifo». Ciò lo teneva in mente sua, senza conoscere il pensiero di chi aveva dall’altra parte della piazza.
Poi, anch’egli, proprio colui che era stato appena chiamato in causa dall’altra parte della piazza, constatava: «Calca di gente inane! Ma, là in mezzo, c’è una donna che giustifica questa feccia». Ciò lo pensava in mente sua, senza conoscere il pensiero di quella donna ch’era lontana, dall’altra parte della piazza. E, in seguito, capitò lo stesso per i quattro che a loro volta erano stati chiamati in causa dai primi quattro. E poi per altri quattro, e altri quattro ancora.
Finché ognuno di essi non trovò nell’altro – ognuno all’oscuro dell’altro, la giustificazione della calca intera, di per sé ingiustificata. 

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