1. Dell’amore mortale. Per amare una volta nella vita una persona, bisogna averne desiderato la morte almeno una volta.
2. Amore e verità. Chi ama la verità è condannato a dis-amare il resto.
3. Amore e verità bis. L’amore comporta parecchi salti oltre lo steccato della verità. Chi ama, deve mentire a se stesso e alla realtà per serbare intatto il proprio amore. Altrimenti ci sarebbe rottura: dovuta a delusione o ad incomprensione. I meno preparati, una volta delusi, non credono più a nulla, e si riversano nel risentimento. Coloro che, invece, conoscono le bassure dell’uomo, pretendono di dover cambiare qualcosa a tutti i costi, tramutando l’amore in odio. Rimanere a debita distanza dalla verità, dunque: è meglio amare in modo imperfetto, che sapere di amare inutilmente.
4. Amore e verità tris. Chi non ci contraddice mai, né ci riprende, e giura di amarci, in verità, ci odia. Chi ci fa la guerra quotidianamente, e dice che forse non ci ama, in verità, ci ama. Ma chissà se quell’amore a denti stretti, quell’amore non dichiarato non celi più semplicemente un’altra passione, – freddezza…
5. Amore e conoscenza. E’ impossibile amare chi non si conosce; non è possibile amare chi si conosce profondamente.
6. Amore e libertà. L’amore non-libero è un amore da padroni. L’amore libero è un amore da schiavi.
7. Amore e libertà bis. Chi vuole amare liberamente depone la servitù psicologica o il sentimento di possesso verso un solo essere, ma guadagna l’asservimento, impune e completo, all’essere in generale.
8. Psicologia di un libero amatore. Il problema della libertà nell’amore fa il suo ingresso in situazioni paradigmatiche, che chiameremo momenti-limite. Un esempio. C’erano due amanti che un giorno si giurarono fedeltà eterna, – e non sapevano di far promesse più grandi di loro. Durante il chiassoso caos delle passioni, la donna non rispettò il patto, perpetrando un tradimento. E l’uomo, una volta scopertolo, pianse, si dibatté, fu letteralmente consumato dal dolore. Ed ecco che gli si presentò la grande domanda: « Puoi continuare ad amarla, nonostante tutto? ». Gli balenò l’idea dell’amore libero, dunque. Se non avesse continuato ad amarla, avrebbe dovuto ammettere che neanche precedentemente vi era stato amore da parte sua, che tutto è era stato falso, – un fallimento. E se avesse continuato ad amarla, non più per passione, non più per sentimento di possesso, cosa sarebbe accaduto? Allora l’uomo disse a se stesso: « Per amarla, devo giustificare il suo errore. Per giustificare il suo errore, devo ammettere che tutto è bene. Ma se tutto è bene, anche il delitto è buono e giusto. E se un amico mi tradisse, se un nemico mi percuotesse, se l’ingiustizia mi annientasse, io sempre dovrei giustificare, in virtù del mio libero amore. E se una volta ero padrone, oggi sono schiavo, – sono schiavo dell’essere intero ». Perciò è necessario amare anche i porci – soprattutto loro, come fa Julian in Porcile di Pasolini. Ma Julian è indifferente. E se l’amore libero altro non fosse che una bella parola, un eufemismo per dire – indifferenza?
9. Amore e libertà tris. La libertà assoluta è assoluta ingiustizia, come il libero amore è libertà di non essere più liberi.
10. Del libero amore. Ci si stanca anche di amare liberamente.
11. Amore e odio. « Ci sono persone che non riesco ad amare, e tuttavia, ahimé, non riesco neanche ad odiare », disse l’esistenzialista.
12. Odio e amore. « Ama e fa’ ciò che vuoi », disse Sant’Agostino. « Fa’ ciò che vuoi, ma non amare », dicono i nostri santi d’oggi.
Nessun commento:
Posta un commento