mercoledì 15 dicembre 2010

Lo schifo e la bellezza: la nuova/vecchia rivolta

Questa specie di rivolta che mette a ferro e fuoco la città eterna è lo schifo, il brutto, la distruzione, la farragine, il letame. Lugubri personaggi degli opposti schieramenti (asserviti vs anarchico-individualisti, o scapoli vs ammogliati che dir si voglia) ammiccano, cincischiano, lottano, si logorano vicendevolmente, ma soprattutto fanno uso di violenza fisica e/o verbale. Gli asserviti gridano il loro laido "urrà" ai primi trafiletti di potere, un "urrà" evidentemente non passato attraverso il crogiuolo del dubbio. Gli anarchico-individualisti manifestano, passano all'azione, mandano a fanculo, privi di alcuna parafrasi, il Governo e i governanti, dimostrandosi capacissimi di stare al loro gioco. Cosa significa camminare senza meta con un vocabolario di frasi spente e di striscioni mantecati? Cosa significa scontrarsi con il signor manganello? Cosa significa rimanere feriti? E farsi prendere a legnate? Forse che cambierà qualcosa grazie ad ematomi color malva che corrono brucianti sulla schiena? Ecco che i distruttori di entrambi gli schieramenti (scapoli vs ammogliati, ripeto) si fanno avanti e... distruggono. Dopo una bella dose di pestaggio collettivo i piedipiatti tornano a casa rilassati per lo sfogo terapeutico e gli anarchico-individualisti con il pelo allisciato raggiungono qualche lercia balera, ma pieni di orgoglio eroico perché loro, i paladini del bene comune, hanno fatto fracasso contro il Governo.
Eppure il Governo è rimasto dov'era, e non si è per nulla curato degli scapoli che le prendevano dagli ammogliati. Il fracasso è iniziato. E poi s'è spento. Qualcuno ha sentito del rumore, ma ha continuato a passare. Perché di fronte allo schifo, al brutto, alla farragine tutto passa inosservato. 
Se quell'oscuro "camminatore di bianche strade" avesse visto la bellezza, la creazione, il puro, il chiaro, credete che avrebbe continuato il suo stolido cammino in solitaria? Di fronte al portento non si è mai indifferenti. Il portento non dice slogan atrofici, ma parla, e parlando afferma la parola essenziale. Il portento non distrugge le vetrate di un ignaro negozio, ma crea ciò che giaceva ancora increato. Il portento non provoca ecchimosi o recrudescenze agli eczemi, ma cura dai cattivi pensieri. E soprattutto: il portento è bellezza, e la bellezza è già di per sé una rivolta.
Questi pezzenti che si sporcano le mani con le armi del 'violare per violare', quegli altri pezzenti che aizzano la folla, presi da un erotico azzuffarsi, in verità non fanno la rivolta. La vera rivolta è in mano di gente come Noam Chomsky, gente che pensa, filosofa, produce una reale opposizione allo status delle cose. 
Che opposizione è passeggiare a zonzo per le vie del centro in fila indiana, come agnelli al massacro? E nel nome di quale autorità gli ammogliati corrono ad occupare il loro posto di squadristi nel trito spettacolo della città eterna?
Verrà il giorno in cui asserviti e anarchico-individualisti saranno investiti dal respiro di una rivolta che non annuncerà con il frastuono la sua leggera e innocua venuta. Eppure loro, i falsi reazionari, saranno assordati dal suo silenzio.

Camus

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