venerdì 31 dicembre 2010

Un racconto di Capodanno (la vera storia del nano Silviolo)

Una notte di San Silvestro di ...anta anni fa, nel paese incantato di Arcor Town, il nanerottolo Silviolo camminava bel bello per il sottobosco. Era appena stato eletto borgomastro del villaggio, quando un comunista gli si fece innanzi, gridando: " Silviolo, tu sei stato eletto soltanto perché hai corrotto i savi giudici di Arcor Town! Pavido, pavido! ". Alla feroce accusa il bel nanerottolo rispose: " Ma sci contenga! ". E se ne andò. Dopo poche miglia fu raggiunto da un drappello di giornalisti che berciavano contro di lui. " Via! - disse - voi siete dipendenti del servizio pubblico... "; e così li allontanò. Raggiunto il villaggio, Silviolo fece il suo consueto discorso di fine anno agli altri nani di Arcor Town. Finita l'arringa, si diresse verso il pubblico, estasiato dalle sue parole, per i convenevoli. Ma, all'improvviso e contro ogni previsione, un certo Massimo Mitraglia scagliò una terribile e tagliente puf-bacca sul cranio di Silviolo, il quale cominciò a sanguinare violentemente. Tutta Arcor Town fu messa in subbuglio. Per ogni dove si udivano grida di donne che invocavano la fine del mondo. Sembrava che quella sera stessa dovesse arrivare l'angelo dell'Apocalisse con la sua tromba funesta. Silviolo era stato ricoverato d'urgenza al Policlinico " Biancaneve ", ed affidato alle cure dell'esimio professor Gargamella. La gente del villaggio era in stato di confusione. C'era chi diceva: " Era un tiranno, giusto così! "; e chi, in maniera eufemistica: " Non se lo meritava; ha guadagnato soldi in maniera onesta ". Intanto mancavano pochi minuti alla mezzanotte, quando la fata Turchina, dall'alto dei cieli, vedendo lo scompiglio in cui era riversata Arcor Town, volle farle un regalo, come buon auspicio del nuovo anno. Scese dalla volta indorata degli astri, e con la sua bacchetta d'ottone e la consueta formula magica, fece sparire Silviolo dal Policlinico, e impresse nelle menti dei cittadini l'oblio della sua lunga presenza nel villaggio. Il nano fu condotto nell'Empireo dei Corti, nel quale c'erano anche Napoleone, Pipino il Breve (esimio rappresentante di coloro che hanno vergogna della proprie pochezze), puffo Quattrocchi e Dotto. Arcor Town tornò quindi ad essere un villaggio felice, e allo scoccare della mezzanotte tutti brindarono, essendo divenuti brilli di vino e anarchici di governo. Soltanto Mitraglia, nel bel mezzo del ballo, osò rivolgere una domanda al popolo brulicante. Chiese: " Dov'è Silviolo, il re nano a cui ho tirato la puf-bacca? ". " Impossibile - rispose Emiliolo Fede-in-Dio  - non c'è nessun re, noi siamo liberi  e anarchici. E' pazzo! Portatelo nelle segrete... che marcisca nel fango chi osa toglierci la libertà ". E così colui che era stato il principio della liberazione fu incarcerato. E il popolo, credendosi felice, si diede al vezzo anarchico, senza sapere che " molto spesso, col cambiare del governo, per i poveri cambia solo il nome del padrone. " Fine del racconto.

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