domenica 19 dicembre 2010

« Ma quale bellezza salverà il mondo? »

Signori, vorrei parlarvi ancora di Albert Camus, ancora di un suo aforisma sulla bellezza. Il quale recita più o meno così: « Tutti coloro che oggi lottano per la libertà combattono in ultima analisi per la bellezza ». Or bene, signori, ‘bellezza’ è una parola talmente usurata da politici rampanti, da sozzi masturbatori di nozioni scientifiche, da nichilisti in erba, che a fatica si capisce cosa volesse intendere il filosofo del nostro futuro. Di quale bellezza parla? Delle dive acciottolate, forse? O del Nulla mummificato? Di qualche corpo inamidato che, senza vergogna, attraversa la nostra pigra osservanza di pubblicità? Oppure dell’eterno anelare all’Idea?
Signori, forse il nostro non si riferisce alla bellezza che ci appare in maniera chiassosa e artefatta quotidianamente di fronte ad uno schermo vuoto, ma a quel terribile fulgore che ci investe una volta nella vita, e ci salva. Quando viene il voltastomaco, quando tutto comincia ad oscillare, quando cresce la Nausea per qualsiasi cosa si muova e reclami il suo illegittimo posto nelle cose, un volto che ci è caro, verso cui nutriamo stima e affetto torna e ridesta il senso dell’esistenza. Quella bellezza è il disgelo, è la cura, è il frammento d’una pienezza d’essere. Ma proprio in ciò vi è il terribile: il volto torna alla mente, per poi sfuggire di nuovo.
Noi si deve lottare perché il volto ri-torni ancora nel nome della libertà. Quel volto è stato più importante degli anni d’abbandono, dello schifo, della neve insudiciata, del momento di solitudine cosmica. Signori, non vi negherò che la battaglia sia ardua e instabile. La sconfitta e il cedimento emergono per ogni dove. Ma vi assicuro che non esiste affrancamento dalla prigionia se non nella bellezza che parla di verità.
Allora vi chiedo: « Signori, siete pronti a lottare per la bellezza? Ma per quale bellezza? ». Quella che salverà il mondo. « E chi ci assicura che la bellezza salverà il mondo? », mi domanderete esterrefatti. « Nessuno », vi risponderò. Questa scommessa è sull’orlo del baratro di ciò che sempre sperammo. Ma laddove finisce la speranza ecco che comincia la resistenza.

Camus 

Nessun commento:

Posta un commento